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yoga lbe: intervista a giulia panzeri

Come nasce la pratica dello yoga?

La pratica dello yoga ha radici in un sistema filosofico e spirituale millenario. Lo yoga così come lo conosciamo ora, come attività soprattutto fisica, basata su una sequenza di posizioni, è invece relativamente recente, poiché ha inizio nel 20esimo secolo.

Che benefici porta praticare questo sport?

Partendo dal presupposto che lo yoga in sé non è propriamente uno sport, praticarlo dona numerosi benefici, su diversi livelli; ci supporta nel diventare più mobili e flessibili, aumenta l’equilibrio e tonifica, ma ci aiuta anche a concentrarci, ad essere in un unico posto sia con il corpo che con la mente, ad osservare ciò che sta accadendo e coltivare così una presenza più ampia rispetto a quella a cui siamo abituati. Ci insegna a stare nell’ignoto, a lasciare andare e ad affidarci, di modo da scorrere con meno attrito nel flusso della vita.


Quante volte alla settimana è consigliato farlo, per beneficiare appieno di tutti i risultati che ne conseguono?

Di solito le persone vengono in studio una volta a settimana, c’è chi poi pratica a casa più volte.

Lo yoga è adatto a tutte le età?

Direi proprio di sì. In età avanzata si può sedere su una sedia e fare quello che il corpo ancora permette. Se poi si considera anche la meditazione come yoga (e bisognerebbe farlo!) allora si può praticare anche da sdraiati, se necessario.

A chi è maggiormente consigliato fare yoga?

Lo consiglierei a tutti, ma soprattutto a chi sente il bisogno di riconnettersi al corpo. Chi è già molto attivo fisicamente può trovare nello Yin Yoga un’alternativa interessante, mentre chi ha una vita piuttosto sedentaria beneficerà piuttosto di uno stile Yang, più dinamico. Ci sono molti stili di yoga oggigiorno, e dal momento in cui come società ci riesce davvero difficile restare nel qui e ora, direi che la pratica dello Yoga è di beneficio alla stragrande maggioranza di noi.

È meglio fare yoga all’aperto o al chiuso e perchè?

Al chiuso per alcuni è più facile concentrarsi perché ci sono meno stimoli, e in uno spazio apposito si hanno a disposizione anche i ‘props’, degli oggetti che supportano nella pratica. All’aperto l’esperienza può risultare per altri più intensa perché i sensi sono maggiormente coinvolti, e questo ci aiuta a tornare e a restare nel corpo.

Quanto dovrebbe durare idealmente una sessione di yoga?

Una lezione dura dall’ora all’ora e mezza solitamente. Se invece si pratica per conto proprio a casa sono dell’opinione che non ci sia una durata minima, nel senso che anche solo cinque minuti di respirazione consapevole possono fare la differenza nella propria giornata. Penso che, come per molte altre cose, abbia più senso praticarla regolarmente anche se per una durata ‘limitata’, che fare tre ore di fila una volta ogni sei mesi.


Come crede che lo yoga possa rappresentare un valore aggiunto all’interno del festival?

Lo yoga è sempre un’ottima occasione per tornare all’essere; durante un evento come questo festival è molto facile distrarsi. Lo yoga ci permette di concentrarci, oltre a ricreare spazio nel corpo laddove è necessario.

Come mai ha deciso di collaborare con Lugano Bike Emotions, portando anche la sua disciplina?

Quando si parla di corpo e movimento credo sia interessante per le persone rendersi conto che ci sono anche modi di muovere il corpo che non per forza richiedono un particolare allenamento, e che non implicano record da battere, la competizione o il sorpassare dei limiti.

Cosa ne pensa, in generale, dell’evento di LBE e dell’introduzione della sua disciplina nello stesso?

Credo che questo tipo di eventi sia sempre interessante per le persone, sia per chi è vicino alla disciplina, sia per chi è semplicemente curioso o curiosa. Introdurre lo yoga e la sua qualità riequilibrante è secondo me funzionale.


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